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Agevolazioni più consistenti per le donne senza impiego.

2021-02-01 13:00

Gabriele Mazzuoli

Agevolazioni contributive,

La legge di bilancio per l’anno 2021 mira ad incentivare l’assunzione di donne mediante l’incremento della misura dell’incentivo già introdotto dalla

 

La legge di bilancio per l’anno 2021 mira ad incentivare l’assunzione di donne mediante l’incremento della misura dell’incentivo già introdotto dalla L.92/2012.

I datori di lavoro che provvederanno ad assumere donne prive di impiego da oltre 24 mesi, o da almeno 6 mesi se impiegate in particolari aree svantaggiate, potranno beneficiare dello sgravio contributivo del 100% dei contributi a carico azienda fino ad un massimo di 18 mesi. Analoga misura spetta per l’assunzione di donne over 50 disoccupate da almeno 12 mesi

L’incremento dell’incentivo alla misura del 100% dei contributi a carico azienda spetta per assunzioni a tempo indeterminato, nel caso l’assunzione comporti un incremento occupazionale netto, mentre per le assunzioni effettuate con contratto a termine per l’azienda sarà possibile lo sconto del 50% dei contributi così come previsto originariamente dalla L.92/2012, senza ulteriori condizioni.

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Assenze per vaccino anti Covid Salvo il caso che la vaccinazione comporti degli effetti collaterali che impediscano l’attività lavorativa, quindi da trattarsi come malattia, i lavoratori che si assentino per l’effettuazione del vaccino saranno tenuti a giustificare l’assenza con ferie e permessi. Infatti, anche se il ricorso alla vaccinazione rappresenta un adempimento volontario di interesse generale, non è prevista una norma specifica che preveda degli specifici permessi per giustificare l’assenza del lavoratore che si sottopone alla somministrazione del vaccino. La normativa in questione prevede infatti solo nel caso che la vaccinazione sia disposta dal datore di lavoro l’equiparazione dell’assenza alle ore di effettivo lavoro. Il D.L. 41/2021 prevede altresì degli specifici permessi retribuiti per il personale scolastico mentre al di fuori di queste casistiche, al fine di evitare che i lavoratori debbano attingere al loro cassetto di ferie e permessi, le assenze dovranno essere regolamentate da specifici accordi aziendali. In ogni caso, in considerazione del fine di interesse generale, l’assenza del lavoratore per adempiere alla somministrazione del vaccino sarà da considerarsi sempre giustificata non potendo il datore di lavoro contrapporsi alla decisione del lavoratore di tutelare la propria salute e quella della collettività