La disciplina del contratto a termine, da sempre al centro di evoluzioni normative, ha subito un ulteriore stravolgimento nel periodo della pandemia a seguito di interventi derogatori volti a contenere l’occupazione anche quella non stabile.
Dalla legge di conversione del Decreto Cura Italia fino all’ultimo Decreto Sostegni, la legislazione in materia è intervenuta più volte al fine di superare le limitazioni previste dal Decreto Dignità.
Ad oggi, fino al 31/12/2021, è prevista la possibilità di prorogare o rinnovare i contratti a termine senza ricorrere alle causali del D.L.87/2018. E’ inoltre prevista la possibilità di superare il numero massimo di proroghe previste per legge o instaurare un nuovo contratto a termine senza il rispetto della pausa minima prevista dal Decreto Dignità, senza che ciò comporti la conversione in contratto a tempo indeterminato.
In considerazione del fatto che il contratto a termine rappresenta uno dei principali canali di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, è al vaglio l’ipotesi di un restyling della normativa relativa volto ad una maggior flessibilità di utilizzo e ad attenuarne il maggior costo del lavoro.
